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Adolf Loos: Parole nel vuoto

argomenti trattati: Adolf+Loos  Karl+Kraus  architettura  libri+di+architettura  




  • Parole nel vuoto : parole per chi non ha nessun interesse a comprenderle; parole di un uomo nuovo che urla ad un secolo di parvenu.

  • “ Adolf Loos ed io, lui letteralmente, io linguisticamente, non abbiamo fatto e mostrato nient’altro se non che fra un’urna cineraria e un vaso da notte c’è una differenza e che proprio in questa differenza la civiltà ha il suo spazio. Gli altri invece, gli spiriti positivi, si dividono fra quelli che usano l’urna come un vaso da notte e quelli che usano un vaso da notte come urna”. (Karl Kraus)

  • In questa frase di Karl Kraus, scrittore austriaco amico di Adlof Loos e direttore della rivista “La fiaccola”, vi è la poetica architettonica di Loos. Egli dissacra le mode dei gagà. Ed è proprio a partire dalla moda che , in “Parole nel vuoto” , comincia a parlare degli eccessi decorativi e altisonanti della Secessione viennese. Polemica che investe un’intera cultura che nega sé stessa in nome delle mode passeggere e dell’esibizione. Così accade che stile sia una testa di leone che si ripete uguale a sé stessa in tutti i mobili di una casa, che i pantaloni siano di diverse fogge che risultano di volta in volta ridicoli o attuali, che i materiali da costruzione rinuncino a denunciare la loro semplice ed onesta funzione per fingersi altro. Mi riferisco agli intonaci che simulano la pietra e decorazioni che tendono ad imitare le venature del marmo.

  • Tuttavia la polemica di Loos non è sterile, essa investe tutta la sua vita che ne diventa un emblema. E’ il caso, descritto dallo stesso architetto nelle pagine della rivista “Das Andere” ( L’Altro), della casa sullaMichaelerplatz. Loos riceve la commissione da due sarti dai quali da tempo si serviva. Tuttavia l’architetto aveva già ricevuto diverse diffide dalla polizia per la costruzione, giudicata troppo semplice e quindi brutta per la Villa Karma presso Montreaux. Tenta così di dissuadere i committenti che tuttavia insistono nell’ottenere la sua consulenza. La polemica suscitata dall’edificio è nota. L’utilizzo delle semplici facciate ad intonaco bianco di calce stupirono non meno della foggia del tetto (cfr. la famosa “Battaglia dei tetti”). I lavori verranno più volte interrotti ma questo non farà che accrescere la fama di questo edificio.

  • Nell’ambito dell’architettura loosiana dominano quindi: la conoscenza della cultura materiale del luogo, lo studio del Raumplan, la tecnica classica costruttiva.

  • In un saggio intitolato “Il povero ricco” Adolf Loos descrive il tentativo di un benestante di avvicinarsi all’arte. Per questo chiama un architetto. Egli gli disegna una sontuosa dimora in cui cura e progetta ogni singolo elemento e suppellettile in modo che si accordi con il tutto. Ogni cosa trova una sua armonica collocazione. Il ricco crede di aver fatto entrare, in questo modo, l’arte nella sua casa. Per questo è felice, senonché accade che al suo compleanno la sua famiglia gli faccia dei splendidi regali. Per la loro collocazione chiede consiglio all’architetto che inorridisce al solo vederli: essi non si accordano affatto allo stile della casa. Accade che il signore ricco si sente infelice, imprigionato in una dimora che non ha nulla a che vedere con la sua vita e che ha cancellato ogni sua intimità, ogni sua storia. Questa dimora diverrà il suo dolore.

  • L’aforisma ricorda che la casa è un elemento al cui interno si sommano l’intimità e i ricordi. E’ il luogo della memoria che si offre alla città con il suo esterno quasi muto e rispettoso.

  • In “Ornamento e delitto”, Loos perora la causa del contributo della modernità alla storia dell’architettura. Egli sostiene che la grandezza del nostro secolo deve risiedere nell’impossibilità di produrre un nuovo ornamento.”Presto le vie risplenderanno come bianche muraglie”.Loos sostiene che i governanti sovvenzionano le mode e le decorazioni come indice di schiavitù… perché è più semplice governare un popolo di basso livello civile. In questo senso l’ornamento è un elemento antisociale e soprattutto antieconomico. Gli oggetti di moda sono costosi e suscettibili di continui cambiamenti, cosa che richiede notevole dispendio di denaro. In più la loro realizzazione richiede spesso molte ore di lavoro e sottrae quindi tempo libero agli artigiani. In questo la società americana ci offre un esempio da seguire. La società anglosassone infatti ricava la sua ricchezza dalla produzione di oggetti semplici e duraturi che riducono lo spreco di risorse economiche e umane.